L’art.38 del Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19 istituisce il Piano Nazionale di "Transizione 5.0". Quest’ultimo, sostituisce il piano 4.0 e lo integra con i tre concetti chiave: sostenibilità, umanocentrismo e resilienza.
Il D.L. ha stanziato un finanziamento di 6,3 miliardi di euro, aggiuntivi ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, per un totale di circa 13 miliardi di euro nel biennio 2024-2025, al fine di promuovere la transizione digitale e ecologica delle imprese italiane.
Il Piano Transizione 5.0 potrebbe essere una buona opportunità per le imprese che devono affrontare la sfida della transizione digitale e ecologica nei due anni cruciali, 2024 e 2025. Anni in cui si ridefiniscono gli equilibri geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, il programma si concentra anche sulla formazione dei lavoratori, considerando le competenze come un fattore chiave, soprattutto per il Made in Italy.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy si impegna così a sostenere attivamente le imprese italiane nella transizione verso un'economia più sostenibile, promuovendo l'innovazione, la competitività e la creazione di valore nel contesto europeo e globale.
Il testo descrive un regime di credito d'imposta istituito per sostenere la transizione digitale ed energetica delle imprese, conformemente a quanto stabilito dalla decisione del Consiglio ECOFIN del dicembre 2023 e ai programmi di investimento "Transizione 5.0" e "REPowerEU".
Di seguito una breve disamina dei punti salienti:
Le aziende avranno accesso a crediti d'imposta automatici, senza necessità di valutazioni preliminari o discriminazioni basate sulle dimensioni aziendali, settore di attività o localizzazione. Saranno agevolati gli investimenti in beni materiali e immateriali, con l'obiettivo di ridurre i consumi energetici dell'unità produttiva di almeno il 3% (o del 5% se calcolato sul processo interessato dall'investimento).
Inoltre, saranno incentivati gli investimenti in nuovi beni strumentali per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e le spese per la formazione del personale dipendente, mirate a migliorare le competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.
I crediti d'imposta potranno essere compensati presentando il modello F24 in un'unica rata, e eventuali eccedenze non utilizzate entro il 31 dicembre 2025 potranno essere compensate in 5 rate annuali.
Il testo descrive un credito d'imposta istituito per sostenere il processo di transizione digitale ed energetica delle imprese, in linea con quanto previsto dalla decisione del Consiglio ECOFIN dell'8 dicembre 2023. Questo credito d'imposta è parte del Piano Transizione 5.0 e è destinato a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla loro forma giuridica, settore economico, dimensione e regime fiscale, che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive nel territorio dello Stato, nell'ambito di progetti di innovazione che comportano una riduzione dei consumi energetici.
Le imprese che possono beneficiare del credito d'imposta devono rispettare determinati requisiti e condizioni. Ad esempio, non spetta alle imprese in stato di liquidazione o soggette a procedure concorsuali, e sono escluse quelle che hanno ricevuto sanzioni interdittive. Inoltre, è necessario il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il corretto adempimento degli obblighi contributivi a favore dei lavoratori.
Il credito d'imposta viene concesso per gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi che contribuiscono alla riduzione dei consumi energetici, come definito negli allegati A e B della legge. Sono inclusi anche i software e le piattaforme per l'intelligenza degli impianti che monitorano i consumi energetici e introducono meccanismi di efficienza energetica.
La misura del credito d'imposta varia in base al costo degli investimenti: è del 35% per la quota fino a 2,5 milioni di euro, del 15% per la quota oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro, e del 5% per la quota oltre i 10 milioni di euro, con un limite massimo di 50 milioni di euro di costi ammissibili all'anno per impresa beneficiaria.
Il credito d'imposta può essere aumentato fino al 45% per la riduzione dei consumi energetici superiore al 10% o al 15% a seconda dei casi. La riduzione dei consumi energetici è calcolata sulla base dei consumi registrati nell'esercizio precedente all'avvio degli investimenti.
Per accedere al beneficio, le imprese devono presentare la documentazione richiesta in via telematica e sono soggette a controlli finalizzati a verificare il rispetto dei requisiti tecnici e dei presupposti per la fruizione del credito d'imposta. La certificazione dell'avvenuta riduzione dei consumi energetici è effettuata da un valutatore indipendente.
Il credito d'imposta può essere utilizzato esclusivamente in compensazione entro il 31 dicembre 2025, con la possibilità di riportare in avanti gli importi non utilizzati. Esso non può essere ceduto o trasferito e non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile. Sono previste sanzioni in caso di cessione dei beni agevolati a terzi o mancato esercizio dell'opzione per il riscatto.
Infine, le imprese devono conservare la documentazione idonea a dimostrare l'effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei costi agevolabili, pena la revoca del beneficio. Le disposizioni per l'attuazione del presente articolo sono stabilite con decreto ministeriale.
Se il modello 231 viene effettivamente adottato, le informazioni rilevanti in merito ai temi materiali e alle politiche aziendali adottate in materia possono essere facilmente acquisite dalla DNF. Queste informazioni, raccolte nel Report di sostenibilità, possono essere diffuse per favorire una maggiore conoscenza del modello 231 sia all’interno che all’esterno dell’azienda.
Il Report di Sostenibilità rappresenta un importante strumento per le aziende, che consente di comunicare ai propri clienti e agli stakeholder i risultati dell’attività svolta per promuovere il benessere dei dipendenti, la trasparenza e l’equità nella gestione, l’attenzione all’ambiente, l’efficienza economica e l’adozione di politiche sociali virtuose come il welfare, la formazione continua e la condivisione di percorsi di crescita.
La promozione della sostenibilità ambientale nel settore aerospaziale è fondamentale per un futuro più ecologico. Uno dei principali approcci per raggiungere questo obiettivo è la transizione verso l'utilizzo di biocarburanti. Storicamente, gli aerei hanno utilizzato principalmente il cherosene come combustibile, ma progressi recenti hanno permesso lo sviluppo di biocarburanti sostenibili, riducendo così l'impatto ambientale del settore.