La direttiva europea "Case green" ha concluso il suo iter legislativo. Dopo due anni di negoziati e un anno esatto dal primo via libera, la "Energy Performance of Buildings Directive" (EPBD) è stata approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 12 marzo. Ora, manca soltanto l'adozione formale da parte del Consiglio, che rappresenta i paesi membri. Vediamo, quindi, i principali contenuti della direttiva nella sua versione finale.
Il passaggio più significativo della direttiva, l'articolo 9, ha subito una revisione importante. Inizialmente, si prevedeva di imporre requisiti rigidi per singoli edifici, senza dare spazio alle decisioni dei paesi membri. Tuttavia, grazie al lavoro del relatore del provvedimento, l'irlandese Ciaran Cuffe (Verdi), si è optato per una maggiore flessibilità. Ora, i paesi membri dovranno elaborare piani per ridurre i consumi energetici del loro patrimonio edilizio residenziale, con l'obiettivo di raggiungere un patrimonio edilizio a zero emissioni entro il 2050.
Gli obiettivi intermedi di riduzione dei consumi energetici per il parco edilizio degli Stati membri sono del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Sarà compito dei singoli paesi stabilire i modi per raggiungere tali obiettivi, con l'impegno principale di concentrarsi sul 43% degli edifici meno efficienti.
Un altro aspetto importante riguarda l'abbandono dei combustibili fossili nelle abitazioni, iniziando dalle caldaie a gas metano. La data entro cui questo divieto completo sarà in vigore è stata posticipata al 2040. Inoltre, a partire dal 2025, gli incentivi fiscali per questi apparecchi saranno eliminati, ma sarà possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi.
La direttiva stabilisce che i nuovi edifici dovranno avere emissioni zero come standard. Questo significa che tutti i nuovi edifici, residenziali e non residenziali, dovranno avere emissioni zero "in loco" di combustibili fossili entro il 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e entro il 1° gennaio 2030 per gli altri nuovi edifici, con alcune esenzioni specifiche.
Gli Stati membri dovranno garantire che i nuovi edifici siano predisposti per l'installazione di impianti solari sui tetti. L'installazione di energia solare diventerà la norma per i nuovi edifici, mentre per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti l'installazione dei pannelli solari sarà graduale, a partire dal 2027.
I paesi membri dovranno fornire finanziamenti e altri strumenti di supporto per sostenere i piani di rinnovamento degli edifici. L'Unione Europea non stanzierà nuove risorse nell'ambito della direttiva, ma sarà compito dei paesi membri utilizzare i fondi nazionali e europei già stanziati per questo scopo.
Adottata formalmente, la direttiva è entrata in vigore il 1° aprile 2024, dopo venti giorni dall’approvazione. I paesi membri avranno due anni per adeguarsi alle nuove norme.
La Commissione europea riesaminerà la direttiva entro il 2028.
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